Con il digiuno di 24 ore che faccio una volta alla settimana, sto vedendo con chiarezza qualcosa che in fondo sapevo da tempo: la mente è uno strumento potentissimo, ma se non compreso può diventare il nostro peggior nemico. Quante volte ho giustificato quello che mangiavo con pensieri come “sono in vacanza”, “è venerdì”, “è un compleanno”… Il corpo non conosce queste storie. Lui chiede solo ciò che lo nutre, non veleni che soddisfano fugaci idee.
Non è il passato a interessarmi, ma la constatazione: la mente spesso controlla le nostre vite in modo ignorante, trascinandoci in abitudini, tradizioni e culture che non hanno nulla a che fare con ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Diventiamo schiavi di piccoli piaceri che non nutrono, ma illudono.
Eppure la mente non è solo inganno. È anche guida, guarigione, insegnamento. Non la demonizzo: sarebbe come rinnegare la radice stessa della mia esperienza, e persino strumenti come questo con cui ora scrivo non esisterebbero senza la mente umana. È doppia: crea catene e le spezza, costruisce prigioni e indica la via per uscirne. Il punto è conoscerla, discernere con onestà.
Avere idee non è un problema; il problema è identificarci con esse, farne il nostro io, difenderle come se fossero la nostra pelle. Io vivo in un mondo di idee e so che funziona per me, ma cerco di non imporle: le scambio. Le faccio passare attraverso di me come in un tubo, senza attaccarmi troppo. Entrano, escono. Quando non restano bloccate diventano strumenti di dialogo, non prigioni.
Il difficile è proprio questo: accettare la fluidità, il non aggrapparsi. Spaventa, perché mette in crisi ciò che abbiamo sempre creduto solido. Ma questo è il cuore della pratica zen: disintegrare il solido, sciogliere le false sicurezze, lasciare che le cose siano vive, mobili, senza irrigidirsi in identità e convinzioni.
Essere umani significa prima di tutto conoscersi. E conoscersi vuol dire guardare la mente con coraggio: vederne le illusioni, accoglierne la creatività, non fuggire dalla sua doppia natura. Così si impara a non vivere dentro le mura della mente, ma a esplorare la vita intera con gratitudine e curiosità.
