“Io mi sento un nerd. Ma non solo di libri, di bici, o di koan. Sono un nerd della vita. Mi appassiono al mistero — non per risolverlo, ma per starci dentro.
Per anni mi sono chiesto: cos’è la vita? Cos’è che sto cercando? Poi, un giorno, mentre salivo in bici col cuore a mille e le gambe che bruciavano, mi è venuta una risata. Perché è ovvio, no?
La vita non ha bisogno di sapere cos’è. È vita, punto. La vita non si guarda allo specchio e dice: “Chi sono?”. Vive, e basta.
E allora, se anch’io sono vita — e lo sono — che diamine sto qui a farmi domande?
Possiamo scomodare tutti i pensieri del mondo. Tirare in ballo Dio, Gesù, il Buddha, e mille altri nomi. Possiamo costruire teorie, speranze, paure…
Ma se non vediamo che tutto questo — loro, noi, il cielo, il respiro, la strada sotto le ruote — è la stessa cosa…
Se non realizziamo che Gesù non è vissuto duemila anni fa. Che il Buddha non è nato a Lumbini. Che Dio non abita in cielo.
Perché tutto questo è qui. Ora. È questo momento. Non è mai nato, non è mai morto. Non è mai apparso né scomparso.
E se non vediamo questo… allora siamo solo ciechi che cercano di guidare altri ciechi. E sai com’è: nessuno dei due arriva molto lontano.
Forse il vero nerd, alla fine, è quello che smette di cercare risposte… e comincia a vivere la domanda. Con gli occhi aperti, il cuore sveglio. E magari una tazza di tè.
O una birra. Che tanto, anche quella… è Buddha.”
