Caso 21: Kanshiketsu di Ummon
È successo a venti chilometri da casa, su una stradina in salita.
Immerso in un buon ritmo. Ogni respiro coincideva con ogni pedalata, o quasi. La mente: silenziosa.
Poi è arrivato. Il contrattempo meccanico. Non drammatico—solo fastidioso.
La catena spezzata. Niente stracci con me e quindi tanto grasso dappertutto.
Mi sono inginocchiato, le mani nere. Ho mormorato qualcosa e anche imprecato.
Fino a un attimo prima, mi sentivo vicino a qualcosa di bello. E adesso? Questo.
Ho riso.
Eccolo, lì.
Il Buddha verso cui stavo pedalando non mi aspettava in cima alla salita. Era nella catena spezzata, nel grasso sotto le unghie. Nelle parolacce. Nella pietra su cui mi sono seduto a pensare cosa fare.
Caso 21: Kanshiketsu (il bastoncino per pulir la merda)
Quando un monaco chiese a Ummon:
“Cos’è il Buddha?”
Non rispose: “La mente.”
Non disse: “La vera natura.”
Disse: “Un bastoncino per pulirsi il culo.”
L’attrezzo che si usava per pulire gli escrementi (in altri tempi, per fortuna!)
Ogni giorno. Sporco. Necessario.
Nessuna metafora. Nessuna eleganza. Solo verità, cruda e immediata.
Mi sono pulito le mani sull’erba a bordo strada.
Ho tirato fuori il telefono e chiamato un Uber.
Il Buddha non manca mai, ora era lì, sotto le mie unghie.
